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IL DOLORE NELLA MALATTIA ONCOLOGICA

Aggiornamento: 2 apr


Figura 1: Dolore totale (da Du Boulay S. Cicely Saunders C. L’assistenza ai malati “incurabili”. Milano: Jaca Book 2004; Saunders C. Vegliate con me. Hospice: un’ispirazione per la cura della vita. Bologna: EDB 2008).


Il dolore è un meccanismo fisiologico di difesa che l'organismo utilizza per segnalare al cervello, tramite stimoli al sistema nervoso, la presenza di una minaccia interna o esterna all’organismo stesso. Il dolore, dovuto al cancro, può essere acuto, per esempio quando è determinato dalle conseguenze immediate di un intervento, o cronico quando il sintomo tende a persistere per mesi, anche se con notevoli fluttuazioni della sua intensità in relazione all'andamento della malattia e delle cure.

L’esperienza del dolore è il risultato di un complesso meccanismo di processamento sia dell’informazione trasmessa al Sistema Nervoso Centrale attraverso il sistema sensoriale periferico, sia di altre componenti di tipo sensomotorio, cognitivo ed emotivo (Cassileth et al., 2010).

Il dolore, nel paziente oncologico, è stato definito come “dolore totale”, inteso come sofferenza del paziente e della sua famiglia nel corso della malattia neoplasica (AIOM, 2019). Si tratta di un dolore che riguarda non solo la componente fisica, ma anche quella psicologica, sociale e spirituale.

Quello di cui vogliamo occuparci qui è quello che concerne la componente psicologica.

I fattori psicologici, illustrati nella Figura 1, sono importanti modulatori dell’espressione del dolore: in questo modo, uno scarso controllo del dolore può provocare ansia e depressione; ugualmente, ansia e depressione possono esacerbare la percezione del dolore (Delgado-Guay et al., 2009), mentre stati psicologici positivi tendono a ridurne la percezione. L’intensità percepita dello stimolo doloroso è influenzata anche dall’interpretazione che ne diamo: infatti, più lo riteniamo significativo più ci sembrerà intenso. Inoltre, la semplice attenzione che prestiamo al dolore può amplificarne l’intensità.

È stato rilevato che gli individui che tendono a “catastrofizzare” il dolore, rimuginando insistentemente sul proprio dolore e sentendosi incapaci di gestirlo, percepiscono più frequentemente dolore intenso (Cassileth et al., 2010).

Diventa importante, dunque, intervenire sulla componente psicologica del dolore avvalendosi dell’aiuto di un professionista per una valutazione psicologica. Infatti, si rilevano molto utili interventi psicologici che possono aiutare il soggetto nella gestione del dolore. L’intervento psicologico di elezione è la terapia cognitivo-comportamentale che si è dimostrata efficace nella riduzione dell’intensità del dolore, nella diminuzione dei sintomi depressivi e fisici e nel miglioramento della qualità di vita (Murphy et al., 2020), attraverso l’utilizzo di tecniche cognitive e comportamentali come la ristrutturazione cognitiva, tecniche di distrazione, tecniche immaginative e tecniche di rilassamento e di gestione dello stress come il rilassamento muscolare progressivo e gli interventi basati sulla “mindfulness” che si sono rivelati molto efficaci, permettendo alla persona di imparare a relazionarsi con il proprio dolore con maggiore accettazione e meno giudizio.

Per iniziare a familiarizzare con le tecniche di rilassamento e gestione dello stress, sono disponibili degli esercizi guidati presenti nella sezione "Strategie per il benessere" e "Mindfulness & Tecniche di rilassamento".


Bibliografia

AIOM, Linee guida terapia del dolore in oncologia, edizione 2019 aggiornata a ottobre 2019

Cassileth, B.R., Keefe F.J. (2010). Integrative and Behavioral Approaches to the Treatment of Cancer-Related Neuropathic Pain. The Oncologist; 15 (suppl 2): 19-23 www.TheOncologist.com

Delgado-Guay M., Parsons H.A., Zhijun Li et al. (2009). Symptom distress in advanced cancer patients with anxiety and depression in the palliative care setting. Support Care Cancer; 17(5):573-9.

Murphy, J. L., Cordova, M. J., & Dedert, E. A. (2020). Cognitive behavioral therapy for chronic pain in veterans: Evidence for clinical effectiveness in a model program. Psychological Services.


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