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L'ATTESA DELLA DIAGNOSI

Aggiornamento: 2 apr



Nel vissuto della malattia oncologica dalla diagnosi passando alle diverse terapie e alla fase terminale di malattia ma anche nel caso della guarigione, l’ansia, la preoccupazione, la paura del presente e del futuro rappresentano un quadro clinico-sintomatologico molto frequente nel paziente oncologico. Si prenda solo come esempio l’ansia e la paura che molti pazienti presentano da diversi giorni prima della rivalutazione della malattia o nei giorni seguenti se la rivalutazione dovesse evidenziare un peggioramento della malattia.

Quando si riceve la diagnosi di tumore, dentro si sente aprirsi una profonda ferita che coinvolge sia la persona, che la famiglia ed i propri cari. Il forte impatto emotivo che deriva da questa notizia dipende dal significato negativo che solitamente tutti, per cultura e per conoscenza personale, tendiamo ad attribuire alla malattia e al cancro. Nel nostro bagaglio socio-culturale, infatti, il cancro è sinonimo di una malattia non trattabile e di perdita di autonomia. Nella maggior parte dei casi tendiamo ad associare al cancro il significato di morte. Questo porta irrimediabilmente a reagire in maniera traumatica alla diagnosi, trasportando nel baratro della paura e del timore anche le persone vicine. Sono proprio questi stati d’animo che, protratti nel tempo, si trasformano in una condizione di ansia talmente forte da rendere la persona addirittura impotenti di fronte a ciò che sta accadendo, inerme e fragile.  Questa emozione così negativa e, nel contempo, logorante viene costantemente alimentata da pensieri negativi e dall’insufficiente capacità di gestire le emozioni, soprattutto quelle dolorose. Secondo recenti studi, l’ansia associata al cancro colpisce quasi il 50% dei pazienti oncologici. In alcuni casi, quando la situazione non è affrontata con il dovuto trattamento, lo stress tende a trasformarsi in cronico e a degenerare in depressione. E qual è la conseguenza di tutto ciò? La qualità della vita finisce irrimediabilmente per risultare compromessa dal trauma vissuto.  Molti pazienti che presentano disturbi di ansia gravi sono ricoverati più spesso e per periodi più lunghi di chi non ne soffre. Inoltre, le persone affette da stati di ansia cronica hanno una maggiore percezione dei sintomi fisici che il percorso di cura antitumorale porta con se.  Fondamentale è quindi rivolgersi ad un professionista psicologo psicoterapeuta per imparare a gestire questo stato emotivo al fine di arginare il suo potere invalidante.

Nella sezione “Strategie per il benessere e “Mindfulness & Tecniche di rilassamento” puoi trovare degli esercizi utili che possono aiutarti a gestire i tuoi momenti di ansia.


Bibliografia:

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